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Metropoli-Tana

BUCO NERO

Le domande che mi pongo oggi, nonostante lo spazio e il tempo che hanno condizionato la mia linea della vita  (una retta docilmente spezzata), sono le stesse di ieri. La noia degli anni ’80,  i ragazzi più grandi di me o la combattevano bucandosi, oppure in oratorio a sbucciarsi le ginocchia sognando Maradona. Ma c’erano giorni invernali rapiti dalla pioggia e l’umidità, che non consentivano uscite di piacere. Io li trascorrevo edificando palazzi LGBT multirazziali (mattoncini Lego di ogni estrazione sociale e colore -mai avuti pregiudizi-) inclini al superamento di ogni limite della fisica,  oppure ... oppure sfogliando per l’ennesima volta una collana di libercoli ognuno a tema chiuso. Non si trattava di “Conoscere - Ieri, oggi e domani”  (una “tranvata” pazzesca se pensiamo alle condizioni in cui ci siamo arrivati a quel domani), neppure de “I quindici”, collezione dedicata solo a chi si poteva permettere certi lussi bibliografici (pena, un carnet spesso di bollettini postali, le comode e perpetue rate mensili). Tra i volumi più gettonati, trascurando quello dedicato al corpo umano (per la prima volta imparai com’era fatta una donna nuda, ci ripassai diverse volte sull'argomento - quelle vestite erano molto meno appetibili e più stronze - ), vi era lui : “Lo spazio, origine e storia dell’universo”.
Tutta questa pippa colossale per introdurre il quesito che da sempre mi fa “uscire pazzo”, come direbbe Fabio il mio amico napoletano: “ Ma è possibile che l’Universo non abbia una fine?”. 
Recentemente ho consultato WIKI ( siccome sulla carta non ho trovato risposte e i fogli della mia bibbia galattica non avevano più gli angoli alti, causa sequenza lingua-dito-angolo-volta pagina). In questo non luogo, uno che ci capisce ha scritto che “ la parte osservabile dell’Universo ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce.”
PROBLEMA: nemmeno il più rapido dei viaggiatori potrà interagire con tutto lo spazio.
E questo mi fa incazzare enormemente. Pensare di vivere in un palloncino (per natura, un ambiente circoscritto) e non conoscerlo a menadito.
Me le spezzerei le dita io, fosse il prezzo da pagare per poter affermare con certezza e una ghignante fierezza :  “ Sì siamo i soli unici esseri viventi, intelligenti (a intermittenza) e (ben)pensanti. Quindi siamo stra-fighi. ”.
Avremmo pure risolto i conflitti religiosi che ci “bagattano” il fegato (dal dialetto forlivese bagatér -rovinare-) :
“SI CAZZO! SIAMO FIGLI DI DIO…. e di lì risolto un altro problema… DIO C’E’. ”
E invece no. 
Rimarremo nel dubbio fino a quando non trapasseremo, sino a che non decideremo di bucare questo “gavettone” chiamato Universo (uno scherzo terribile).  Se solo ci fosse una porta da poter varcare  a piacimento (q.b.) ogni volta che abbiamo bisogno di risposte da recuperare dall'altra parte. 
Dimmelo che ci hai pensato pure tu. Che anche tu stai pensando al BUCO NERO come portale inter-dimensionale.
E invece no. 
“Si definisce buco nero una regione dello spazio-tempo con un campo gravitazionale così intenso che nulla al suo interno può sfuggire all’esterno, nemmeno la luce.”
…silenzio ( pausa che manco una bestemmia ti esce - dio a questo punto è solo un’ invenzione - ) .
Meno male che esiste la fotografia, che l’arte c’è. E ci posso giocare, disegnare, maneggiare quella luce che dal buco nero non riesce a uscire.
Tu che cacci via tutto quel nero dalla luce che porto dentro. Che mi fai immaginare come sarà l’Universo di là  e chi ci sarà ad accogliermi.
Poco importa cosa sarà. Finché ho te, tutto il resto, persino il dubbio di esistere, è sopportabile.

Copyright 2020 - Luca Giuliani