Quand’ero adolescente l’interrogativo ricorrente posto da mia madre era il seguente: “ Dove vai Luca? “. 

Già, dove vado.

Vado mamma, vado.

L’ho fatto tutte le sere che mi hai visto sparire per passeggiare ore e ore, ripassando a memoria il circuito del centro cittadino.

L’ho fatto tutte le volte che le ombre del mio volto crollavano a piombo dalla fronte al pavimento, cancellandomi gli occhi.

Tutte le mattine che gli avanzi di cuore raffermo tentavano di intrecciarsi ex novo.

Ogni singolo momento che mi sono preso per me e quei pochi che ancora difendo, non erano orientati a privarvi della mio affetto, bensì a trovare il miglior Luca che potessi restituirvi.

Risolversi significa partire. La metafora del viaggio. La solennità del ritorno.

C’è chi risorge dopo tre giorni, chi ci mette una vita.

Chi lo fa ognora accostando la porta, mentre il mondo dorme dicendo : “Vado”.

Shhhhhh!

Perché dormire poco, spesso quasi mai, è una forma d’amore di cui mai ti pentirai.